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Pietro Platania: A Giovanni Paisiello

Giovanni Paisiello, gloria di Taranto e della Scuola Musicale Napoletana, si spense a Napoli il 5 giugno 1816. Il decennio “francese” (1806-1815) che vide Napoli affidata prima a Giuseppe Bonaparte e poi a Gioacchino Murat si era appena concluso. Morì quando da circa un anno alla direzione del “Collegio” era stato chiamato Nicola Zingarelli. La direzione di Zingarelli doveva portare a compimento la formazione musicale di due grandi figure della Storia della Musica Napoletana, Bellini e Mercadante. I funerali furono solenni ma, a giudicare dai commenti della stampa, non all’altezza della statura artistica del Maestro.

Antonio Polidoro Musiculae Archi, Organo (o Harmonium), Arpa e Timpani Tag: , , , , , ,

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Giovanni Paisiello, gloria di Taranto e della Scuola Musicale Napoletana, si spense a Napoli il 5 giugno 1816.
Il decennio “francese” (1806-1815) che vide Napoli affidata prima a Giuseppe Bonaparte e poi a Gioacchino Murat si era appena concluso. Gli ultimi due Conservatori di S.Onofrio e Santa Maria di Loreto erano stati fusi in un unico “Real Collegio di Musica”. Paisiello era stato chiamato a far parte con Tritto e Fenaroli del triumvirato chiamato a reggerne le sorti.
Il Maestro morì quando da circa un anno alla direzione del “Collegio” era stato chiamato Nicola Zingarelli. La direzione di Zingarelli doveva portare a compimento la formazione musicale di due grandi figure della Storia della Musica Napoletana, Bellini e Mercadante. Paisiello si spense in giugno, i funerali furono solenni ma, a giudicare dai commenti della stampa, non all’altezza della statura artistica del Maestro.
La Tavola rotonda”, giornale letterario illustrato della domenica, diretto da G.Miranda ed edito da Bideri, torna a distanza di tempo (6 dicembre 1891) sulla sostanziale “semplicità” dei funerali di Paisiello. «Pochi amici – si legge sul settimanale napoletano – l’Accademia di Belle Arti, il Collegio di Musica e lo Zingarelli, direttore del Conservatorio, formavano il funebre corteo di uno dei più grandi musicisti italiani. Giuseppe Cammarano ne eseguì un ritratto (poi divenuto diffusissima incisione) e Padre Luigi Cassitto, un dottissimo domenicano, lesse un elogio funebre sulla tomba».
Le sorelle Maria e Ippolita commissionarono all’architetto Giuseppe Campanile una tomba realizzata nella Chiesa del Terz’Ordine, adiacente a S.Maria La Nova, dallo scultore Angelo De Vivo.
Sotto il ritratto del Maestro una lapide di esemplare semplicità e concisione:

JOHANNI PAESIELLO
TARENTINO
MARIA E HIPPOLYTA
FRATRI INCOMPARABILI
LUGENTES    P.P.

«Così – scrive “La Tavola rotonda” nel citato articolo – questa chiesetta quasi ignorata, diventa celebre ad un tratto per le reliquie preziose del grande musicista». . .

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