Questo pezzo, composto su testo di Vincenzo Cardarelli per pianoforte e voce nella prima versione del 1934 e poi arrangiato per più ampio organico nel 1937, è per molti aspetti un brano assolutamente speciale.
Il primo aspetto che risalta agli occhi e all’orecchio è l’inusuale strumentazione: il soprano è accompagnato da due viole, due violoncelli e pianoforte; e il tutto conferisce un supporto di accompagnamento profondo e sonoro.
Il modo in cui sono trattati gli strumenti determina altresì un effetto ancora più denso e drammatico: quasi sin dall’inizio tutti gli archi sono impegnati in numerosi bicordi, molte ottave e seste, talora tecnicamente impegnativi (specialmente laddove l’arco da solista deve suonare molti bicordi simili in successione; come per esempio nella lunga linea melodica espressa in ottave nelle misure 13-17 dalla prima viola, e nell’espressivo melodico esposto in seste nelle misure 20-22). I momenti nei quali tutti gli archi creano, combinati assieme, una intensa verticalità armonica (attraverso l’uso di bicordi) sono quelli nei quali il pezzo assume una connotazione di scrittura e di suono assolutamente moderni. Nei momenti in cui assistiamo all’esecuzione dei bicordi da parte di tutti gli archi e nei quali le indicazioni dinamiche si spingono verso il piano (misure 36-37, dove il secondo violoncello deve suonare consecutivamente due quinte senza far uso di corde a vuoto), il compositore avrebbe potuto optare per soluzioni tecniche più agevoli.
Mario Pilati: Divertimento per ottoni
22,74€Mario Pilati visse e operò come musicista durante l’era fascista. Quando la seconda guerra mondiale era finita, una considerevole parte di lavori musicali erano rimasti pressoché dimenticati. Mario Pilati, che mai era stato politicamente coinvolto e che da musicista era stato ampiamente acclamato, rimase dimenticato per molti decenni. Solo recentemente la sua musica é stata riscoperta e con essa le indubbie qualità artistiche del suo autore.
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