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Giuseppe Martucci: Tre poesie di Giosuè Carducci op.84

L’opera 84 di Giuseppe Martucci è formata da tre liriche per canto e pianoforte su testi di Giosué Carducci: Maggiolata, Pianto antico e Nevicata.In queste liriche da camera, Martucci dimostra di avere assimilato le precedenti lezioni delle “Pagine sparse” e si appresta a musicare dei testi poetici che gli sono molto cari e famigliari; sia per l’ammirazione nei confronti del poeta che conobbe a Bologna sia per la bellezza di questi versi.

Antonio Caroccia e Antonio Polidoro Musiculae canto e pianoforte Tag: , , ,

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L’opera 84 di Giuseppe Martucci è formata da tre liriche per canto e pianoforte su testi di Giosué Carducci: Maggiolata, Pianto antico e Nevicata. Questi pezzi vennero composti nell’anno 1906 in mesi diversi; inizialmente Martucci musicò il secondo brano nel gennaio a Napoli, mentre a Quisisana, località sopra Castellammare di Stabia, il 20 agosto, terminò la terza romanza; la prima risale al dicembre dello stesso anno.
Queste liriche rappresentano una delle ultime fatiche del compositore campano; infatti soltanto le trascrizioni orchestrali di suoi pezzi pianistici occuperanno le giornate del musicista nell’ultimo periodo della sua vita.
In queste liriche da camera, Martucci dimostra di avere assimilato le precedenti lezioni delle “Pagine sparse” e si appresta a musicare dei testi poetici che gli sono molto cari e famigliari; sia per l’ammirazione nei confronti del poeta che conobbe a Bologna sia per la bellezza di questi versi.
«Maggiolata»: piena è l’aderenza del compositore alle immagini evocate dal poeta. Una poesia che si distingue per freschezza e spontaneità e che si regge su una serie di parallelismi e figure retoriche. In essa, il poeta non fa altro che descrivere con rapide, e a volte contrastanti immagini il risveglio della natura a maggio e il commento musicale martucciano non fa altro che avvalorare gli intenti espressivi del contenuto letterario con una serie di incisi.
In «Pianto antico», Martucci sceglie la tonalità di La maggiore e attraverso la musica accentua la sensazione della sofferenza che è dettata dai versi. Questa poesia, infatti, rappresenta l’enorme dolore del poeta per la perdita del figlio, che viene reso molto più acuto agli occhi del lettore attraverso le frequenti ripetizioni. La poesia è tra l’altro basata sul contrasto fra il ritorno della primavera e la sofferenza per la morte.
«Nevicata» rappresenta una meditazione sulla morte e sulla fugacità della vita, con una presenza quasi ossessiva della memoria dei cari defunti. A questo stato d’animo fa da sfondo la città imbiancata e Martucci, attraverso armonie affondanti nel profondo dei bassi, descrive l’immagine della neve che scende sullo sfondo di un cielo grigio e con l’idea del riposo che si chiude con le parole silenzio e ombra, a definire il regno dei morti.

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